Vi è mai successo di sentirvi chiusi in un angolo?
credo che almeno una volta nella vita chiunque abbia provato questa sensazione.....
Senti di non avere via d'uscita e allora il respiro diventa faticoso, la gola si stringe e non riesci a pensare positivo.
Il punto è che riconosco ormai questa sensazione e so che dall'angolo se ne esce per iniziare una nuova avventura, il cambiamento è prossimo....
Mi è successo altre volte e dovrei sapere come fare ma perchè questa volta mi sembra più difficile?
Io non volevo questo cambiamento, un cambiamento si ma non di questo genere.
Autocritica: dal momento che desideravo "un" cambiamento dovevo aspettarmi l'inaspettato, orientando il timone verso una nuova direzione tutta la prospettiva cambia e tutti coloro che la circondano assumono un aspetto diverso e subiscono a loro volta "un" cambiamento......non si può mai prevedere dove ci porta la nuova direzione e non si è mai completamente preparati.
Ora si tratta di attingere dalle proprie risorse, dalla propria creatività ed usare gli strumenti in nostro possesso per uscire fuori da quell'angolo e magari scoprire di avere nuove risorse e nuovi strumenti da utilizzare. Quì si tratta di capire davvero quanta autostima abbiamo accumulato nel corso della nostra vita perchè più ne abbiamo e meno saremo spaventati.
Tutto cambia, compresi noi in quanto soggetti in continua evoluzione, tutto cambia nel momento in cui "tu" cambi, le persone intorno a te se ne accorgono e a volte subiscono il "tuo" cambiamento e a loro volta, può capitare, si sentiranno nel loro angolo, è un filo che unisce delle forze che s'innescano, che ti piaccia o meno devi farci i conti prima o poi e per quanto può sembrare in apparenza paradossale, siamo sempre noi a scegliere di cambiare.
tutti i diritti sono riservati.
tutti i diritti sono riservati.
Il diritto d'autore è una cosa seria ed è tutelato dalla legge 248/2000, la quale prevede sanzioni amministrative e sanzioni penali. 
sapori dell'anima by Afrodite is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
----------------------------------------------------------------
sabato 25 febbraio 2012
martedì 21 febbraio 2012
La voce invisibile del vento (Clara Sánchez)
LA TRAMA
Spagna, località di Las Marinas. La luce si è ritirata verso qualche luogo nel cielo. Il buio della notte avvolge le viuzze del paese e il mare è nero come la pece.
Julia ha perso la strada di casa: è circondata dal silenzio e sente solo la voce del vento che soffia dal mare, e profuma di sale e di fiori.
Non ricorda cosa sia successo: era uscita a prendere del latte per suo figlio, ma sulla strada del ritorno all'improvviso si è ritrovata in macchina senza soldi, documenti e cellulare. In pochi minuti quella che doveva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo. Per le strade non c'è nessuno, le case sulla spiaggia sembrano tutte uguali e Julia non riesce a ritrovare l'appartamento nel quale l'attendono il marito Félix e il figlio di pochi mesi. Prova a contattarli da un telefono pubblico, ma la linea è sempre occupata. Tutto, intorno a lei, è così familiare eppure così stranamente irreale.
Tra le vie oscure e labirintiche c'è solo una luce, quella di un locale notturno. A Julia non resta altra scelta che raggiungerlo, nella speranza di trovare qualcuno che l'aiuti. Qui, quasi ad aspettarla, c'è un uomo, un tipo affascinante, con la barba incolta e l'accento dell'Est Europa, che sembra sapere tante, troppe cose su di lei. Si chiama Marcus: Julia ha la sensazione di averlo già incontrato da qualche parte.
Fidarsi di lui è facile. Eppure Marcus non è quello che sembra e nasconde qualcosa, come ha appena scoperto anche Félix, che sta cercando in tutti i modi di riavere Julia con sé.
Ma la donna può affidarsi solo a sé stessa. Deve ascoltare il vento che continua a soffiare intorno a lei.
Deve capire cosa sta accadendo.
Perché è lì, nel suo istinto di sopravvivenza, che può trovare finalmente la strada di casa.
Spagna, località di Las Marinas. La luce si è ritirata verso qualche luogo nel cielo. Il buio della notte avvolge le viuzze del paese e il mare è nero come la pece.
Julia ha perso la strada di casa: è circondata dal silenzio e sente solo la voce del vento che soffia dal mare, e profuma di sale e di fiori.
Non ricorda cosa sia successo: era uscita a prendere del latte per suo figlio, ma sulla strada del ritorno all'improvviso si è ritrovata in macchina senza soldi, documenti e cellulare. In pochi minuti quella che doveva essere una vacanza da sogno si è trasformata in un incubo. Per le strade non c'è nessuno, le case sulla spiaggia sembrano tutte uguali e Julia non riesce a ritrovare l'appartamento nel quale l'attendono il marito Félix e il figlio di pochi mesi. Prova a contattarli da un telefono pubblico, ma la linea è sempre occupata. Tutto, intorno a lei, è così familiare eppure così stranamente irreale.
Tra le vie oscure e labirintiche c'è solo una luce, quella di un locale notturno. A Julia non resta altra scelta che raggiungerlo, nella speranza di trovare qualcuno che l'aiuti. Qui, quasi ad aspettarla, c'è un uomo, un tipo affascinante, con la barba incolta e l'accento dell'Est Europa, che sembra sapere tante, troppe cose su di lei. Si chiama Marcus: Julia ha la sensazione di averlo già incontrato da qualche parte.
Fidarsi di lui è facile. Eppure Marcus non è quello che sembra e nasconde qualcosa, come ha appena scoperto anche Félix, che sta cercando in tutti i modi di riavere Julia con sé.
Ma la donna può affidarsi solo a sé stessa. Deve ascoltare il vento che continua a soffiare intorno a lei.
Deve capire cosa sta accadendo.
Perché è lì, nel suo istinto di sopravvivenza, che può trovare finalmente la strada di casa.
domenica 19 febbraio 2012
.....Oggi sono ritornata nei luoghi dove sono cresciuta, un
quartiere nella periferia di Torino .....
quartiere popolare dove chi ci viveva portava con se' il
marchio della "persona poco raccomandabile"....
quartiere dove ho imparato a riconoscere il buono e il
cattivo....
quartiere dove ho imparato a scegliere......
in genere ci torno per andare a trovare i miei genitori e ci vado
sempre in macchina, parcheggio nel solito posto e salgo a casa
loro.
Questa mattina dovevo rinnovare la carta d'identità e ho scelto
quell'ufficio anagrafico, lo stesso che ho utilizzato per fare
la mia prima carta d'identità......
Ho parcheggiato l'auto poco distante e ho deciso di camminare
in mezzo a quei luoghi, ad un certo punto ho risentito gli odori
e il profumo dei fiori e degli alberi, rivisto panchine, la mia
vecchia scuola media e per una strana ragione, mi sono sentita a casa.
Per una serie di vicessitudini, ho traslocato tante volte nella
mia vita, cambiando diversi quartieri, ma ho capito che quel
quartiere è casa mia.
Ho rivisto la mia infanzia e la mia adolescenza, quei luoghi
mi hanno riportato alla memoria volti del passato ed un
miscuglio di sensazioni sono riaffiorate, le persone avevano
un'aria familiare ed ho sentito il mio cuore felice.
Ho camminato lentamente e mi sono fermata al mercato per
comprare dei pomodori, sono entrata in panetteria ed ho
comperato il pane....tante cose sono cambiate....
il quartiere è completamente rinnovato.....ma le
sensazioni che si respirano sono le stesse,
la gente semplice che non ti nega un sorriso o due parole, gruppi
di signore anziane che con le borse della spesa si fermano a
chiacchierare tra loro...non mancano neanche le facce che ti
scrutano perchè non ti riconoscono...in quel quartiere bene o
male ci si conosce tutti, oggi come allora è come stare in un
piccolo paese di provincia.
Tutto questo affluire di sensazioni ed emozioni, mi hanno
riportato a quando ero solo "figlia" e mi hanno costretto ad una
riflessione....il mio passato.
Tutto questo apparteneva al mio passato....l'essere solo "figlia"
fa parte del mio passato....i miei genitori fanno parte del mio
passato....Nel frattempo nuove persone hanno accompagnato il mio
cammino, nuove sensazioni mi hanno fatto crescere...nuovi
profumi....nuovi progetti....ma la mia casa è lì nel mio
passato....perchè mai, bisogna dimenticare da dove si
proviene...mai!!
Oggi sono madre e per la prima volta in maniera consapevole,
mi rendo conto che farò parte del passato di mia figlia....ma la
cosa non mi rende triste anche se un po' di nostalgia nel
pensarlo mi pervade...Però ne sono felice!!
Perchè è nel passato che ritrovi la tua casa....quella
interiore....quella reale
e sono così orgogliosa di aver messo al mondo mia figlia perchè
so' che anche lei un giorno si guarderà indietro e risentirà i
profumi....e rivedrà i volti....e scoprirà la sua casa
attraverso i ricordi che il tempo rende un po' sbiaditi ma che
restano per sempre......e sono così fortunata ad essere
diventata madre, perchè diversamente non avrei potuto arrivare a
questa riflessione e.....riprendendo le parole del grande Khalil
Gibran...."Tu sei l'arco che lancia i figli verso il
domani......" io aggiungo.....che il domani è si un nuovo giorno,
ma sempre il proseguimento del giorno prima....che ci da' lo
spunto per riflettere...
giovedì 16 febbraio 2012
le zone erronee Le ricompense psicologiche della dipendenza
Niente da fare...è più forte di me!! "Donne che corrono coi lupi" ha contribuito a cambiare in un certo senso la mia prospettiva...Come faccio a non pubblicare anche questo articolo?? non ce la faccio e....non mi trattengo!!!
Le ragioni per continuare a tenere questo comportamento frustrante non sono molto complicate. Forse le conosci, ma sai anche quanto sono distruttive? La dipendenza può sembrare innocua, ma è nemica di ogni felicità e soddisfazione. Elenchiamo qui di seguito i vantaggi più comuni che si traggono dal mantenersi in uno stato di dipendenza.
•La dipendenza può tenerti sotto l'altrui custodia protettiva con l'infantile beneficio di non essere responsabile del tuo comportamento.
•Restando dipendente, puoi dar la colpa agli altri dei tuoi difetti.
•Se dipendi da altri, non devi sobbarcarti la fatica e i rischi di cambiare.Altri, al tuo posto, si assumeranno le varie responsabilità e, contando su di loro, ti senti al sicuro.
•Puoi compiacerti con te stesso perché sei compiacente con gli altri. Hai appreso da bambino che il modo di essere buono è di far piacere alla mamma; ora, sono molte le simboliche "madri" che ti manipolano.
•Ti risparmi ogni senso di colpa — che invece scegli ogni qualvolta vuoi affermare te stesso. È più facile la remissività, che eliminare il senso di colpa.
•Non è necessario che tu scelga o decida di testa tua. Ti modelli sul genitore, coniuge o altra persona da cui dipendi. Fintanto che pensi con la loro testa o provi ciò che essi provano, non c'è bisogno che ti affatichi per stabilire ciò che pensi o provi tu.
•Quando il risentimento è svaporato, è più facile andar dietro che mettersi alla testa e condurre. Puoi fare quello che ti si dice ed evitare le seccature,anche se non puoi dire che ti piaccia eseguire gli ordini. È tuttavia più semplice che correre i rischi che comporta l'essere una persona. Lo stato di dipendenza è sgradevole perché ti diminuisce: non fa certo di te una persona a tutto tondo, che opera autonomamente. Ma non vi è dubbio che sia più facile
mercoledì 15 febbraio 2012
Gli spett-attori....c'è teatro e teatro!!!!
Il lavoro teatrale non è solo il protagonismo di un ruolo ma può essere molto più interessante se ad essere protagonisti sono tutti i componenti del gruppo ma proprio tutti, pubblico compreso!!! com'è possibile? direte voi, i ruoli sono assegnati e non si è tutti protagonisti! e poi il pubblico? ma figuriamoci!!! niente di più sbagliato. Se parliamo di teatro classico come Romeo e Giulietta è inevitabile e indiscutibile captare i protagonisti e comprendere chi sono gli attori centrali e quelli marginali, le comparse e gli attori secondari ma se invece ci addentriamo nel teatro sociale allora scopriamo che non esistono solo gli attori bensì gli spett-attori. In questo genere lo spettatore, quindi il pubblico, si mischia alla scena, ne viene coinvolto e non è necessario imparare una parte, quello che è fondamentale invece è l'ascolto, ascoltare in questo caso, vuol dire cercare un'intesa con il gruppo fino in quel momento sconosciuto e con gli attori che a loro volta sapranno coinvolgere senza obbligare le persone che sono ancora al di fuori della scena, portarle a scegliere di farne parte senza usare il linguaggio verbale ma un linguaggio che ritroviamo nell'approccio con il prossimo; uno sguardo, un sorriso, una mano che si tende verso l'altro, ecco che piano piano ci si ritrova tutti in scena ad occupare uno spazio che fino a poco prima era destinato a chissà che idea di riempimento e all'improvviso non siamo più degli sconosciuti ma si vanno a creare dei contatti. L'uso di oggetti può essere utile per istaurare delle relazioni, alimentando in ognuno la fantasia e stabilendo un contatto visivo ed emozionale davvero interessante. Nel teatro sociale ognuno è attore e spettatore perchè si può scegliere di muoversi anche in tempi diversi e saranno le luci a determinare le azioni. Tutto ciò può apparire improvvisato ma dietro c'è un lavoro assiduo di performer-attori che guidano i movimenti e i tempi scenici con molto tatto e rispetto, riuscendo ad ascoltare limiti e creatività presenti in ogni componente, un lavoro di equipe davvero sorprendente che va a toccare le emozioni più svariate, dove s'impara e s'insegna chi è l'altro e chi siamo noi.
Ho la fortuna di aver conosciuto questo tipo di teatro e delle persone meravigliose......e sentir dire da una persona "non-attore" di 70 anni: "quando vengo quì e lavoro con voi, mi sento libera e a casa"...... mi fa dire: "è stata proprio una bella giornata!!!"
Ho la fortuna di aver conosciuto questo tipo di teatro e delle persone meravigliose......e sentir dire da una persona "non-attore" di 70 anni: "quando vengo quì e lavoro con voi, mi sento libera e a casa"...... mi fa dire: "è stata proprio una bella giornata!!!"
Da....."Donne che corrono coi lupi"
HO TROVATO QUESTO ARTICOLO TRATTO DA UN LIBRO A ME MOLTO CARO....."Donne che corrono coi lupi" .........e ho proprio voglia di condividerlo
https://www.facebook.com/notes/donne-che-corrono-coi-lupi/le-zone-erronee-dichiarare-lindipendenza-cap10/290956837638773
https://www.facebook.com/notes/donne-che-corrono-coi-lupi/le-zone-erronee-dichiarare-lindipendenza-cap10/290956837638773
le zone erronee: DICHIARARE L'INDIPENDENZA cap.10
Qualsiasi rapporto nel quale due persone diventano una sola, dà come risultato finale due mezze persone.L'abbandono psicologico del nido è una delle grandi difficoltà della vita. La dipendenza-vipera s'insinua in molti, molti modi, e debellarla interamente è reso più arduo dalle numerose persone che si avvantaggiano dalla dipendenza psicologica di un'altra. Indipendenza psicologica significa totale libertà da ogni rapporto obbligante, e significa assenza di comportamenti etero diretti.Significa essere esenti dalla necessità di fare cose che non si sarebbero scelte se un dato rapporto non esistesse. Lasciare il nido è particolarmente difficile perché la nostra società insegna a corrispondere a determinate attese nei rapporti coi genitori, coi figli, con persone care, con persone investite di autorità.Lasciare il nido significa diventare se stessi, vivere, scegliere il proprio comportamento. Non vuol dire affatto tagliare i ponti. Se un rapporto ti piace,e non interferisce coi tuoi propositi, sarà da coltivare, da non cambiare. La dipendenza psicologica, invece, implica un rapporto che non permette di scegliere: sei obbligato a essere quello che non vuoi essere. Ciò, in sostanza, costituisce un atteggiamento erroneo, affine a quello della ricerca di approvazione, di cui abbiamo trattato nel cap. 3. Non vi è nulla di malsano nel volere un rapporto di un certo tipo. Ma averne bisogno, o subirlo, per poi nutrire risentimenti,vuol dire lasciarsi distruggere. Il problema è pertanto rappresentato dall'obbligo che il rapporto impone, più che dal rapporto in sé e per sé.L'obbligo ingenera il senso di colpa e la dipendenza, mentre la libera scelta seconda l'affetto e l'indipendenza. In un rapporto di dipendenza psicologica,non è possibile scegliere; di conseguenza esso sarà sempre improntato a indignazione e malanimo.L'indipendenza psicologica presuppone il non aver bisogno degli altri —non ho detto "non volere gli altri": ho detto "non aver bisogno" di loro. Nel momento in cui essi diventano una necessità, noi diventiamo vulnerabili,schiavi. Se la persona di cui hai bisogno se ne va, oppure cambia idea, o muore, ti ritrovi paralizzato,crolli o addirittura muori. Ma la società insegna a dipendere psicologicamente da tutta una serie di persone, a cominciare dai genitori, e può darsi che, nell'ambito di più di un rapporto significativo, tu sia ancora lì,pronto ad abboccare all'esca. Se in un determinato rapporto senti di dover corrispondere a certe attese, e il corrispondervi ti genera risentimenti, e il non corrispondervi ti genera senso di colpa, puoi considerarti fra coloro a cui conviene darsi da fare per cambiare tale stato di cose. Si comincia a eliminare la dipendenza a partire dalla famiglia dal modo in cui i tuoi genitoriti hanno trattato da bambino, è dal modo in cui tu oggi tratti i tuoi figli.Quante frasi di dipendenza psicologica conservi ancora dentro di te? Quante ne riversi sui tuoi figli?
San Faustino.....la festa di "tutti" i single
Come non dedicare un pensiero ai single "per forza".......
si, perchè c'è una bella differenza dall'essere single "per forza" e single "per scelta".
I primi versano lacrime ogni 14 febbraio e pensano di essere così sfigati da non riuscire a captare i segnali di cupido, di lui pensano sia un arciere con una mira assai scomposta che non colpisce il cuore ma alle spalle .....aah che dolore!!! perdono speranze e affogano in serate compensative le loro pene d'amore e si consolano con la festa di S. Faustino che s'illudono essere il Santo dei single pronto a proteggere e a dare speranza che presto sarà un giorno migliore.
I scondi, i single "per scelta" al contrario, vedono con occhi moooolto diversi la loro condizione e la chiamano "libertà".....festeggiano S. Faustino per affermare con gioia proprio questo concetto....Attenzione però!! perchè durante questi festeggiamenti entrambi i modelli s'incontrano e mentre i secondi si accingono ad aguzzare l'arco per afferrare l'ennesima opportunità di una nuova conoscenza da libertini, i primi possono non riconoscere la tipologia di arco e freccia e per l'ennesima volta afferrano quella che frantumerà nuovamente i loro cuori colpendoli alle spalle....che fatica la vita da single però!!
E allora ai single "per forza" dedico questi versi di Charles Bukowski visto che ho un debole per chi vive di batoste.
La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano
nella cantina dell'arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c'è luce.
Forse non sarà una gran luce ma
la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli Dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte
in vita,
qualche volta.
E più impari a farlo
di frequente,
più luce ci
sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché
ce l'hai.
Tu sei meraviglioso
gli Dei aspettano di compiacersi in te.
si, perchè c'è una bella differenza dall'essere single "per forza" e single "per scelta".
I primi versano lacrime ogni 14 febbraio e pensano di essere così sfigati da non riuscire a captare i segnali di cupido, di lui pensano sia un arciere con una mira assai scomposta che non colpisce il cuore ma alle spalle .....aah che dolore!!! perdono speranze e affogano in serate compensative le loro pene d'amore e si consolano con la festa di S. Faustino che s'illudono essere il Santo dei single pronto a proteggere e a dare speranza che presto sarà un giorno migliore.
I scondi, i single "per scelta" al contrario, vedono con occhi moooolto diversi la loro condizione e la chiamano "libertà".....festeggiano S. Faustino per affermare con gioia proprio questo concetto....Attenzione però!! perchè durante questi festeggiamenti entrambi i modelli s'incontrano e mentre i secondi si accingono ad aguzzare l'arco per afferrare l'ennesima opportunità di una nuova conoscenza da libertini, i primi possono non riconoscere la tipologia di arco e freccia e per l'ennesima volta afferrano quella che frantumerà nuovamente i loro cuori colpendoli alle spalle....che fatica la vita da single però!!
E allora ai single "per forza" dedico questi versi di Charles Bukowski visto che ho un debole per chi vive di batoste.
La tua vita è la tua vita.
Non lasciare che le batoste la sbattano
nella cantina dell'arrendevolezza.
Stai in guardia.
Ci sono delle uscite.
Da qualche parte c'è luce.
Forse non sarà una gran luce ma
la vince sulle tenebre.
Stai in guardia.
Gli Dei ti offriranno delle occasioni.
Riconoscile, afferrale.
Non puoi sconfiggere la morte ma
puoi sconfiggere la morte
in vita,
qualche volta.
E più impari a farlo
di frequente,
più luce ci
sarà.
La tua vita è la tua vita.
Sappilo finché
ce l'hai.
Tu sei meraviglioso
gli Dei aspettano di compiacersi in te.
( Charles Bukowski)
martedì 14 febbraio 2012
C'era una volta una matrigna cattiva.....(una volta!)
E se sei una matrigna al posto della borsetta ti ritrovi una mela avvelenata....
Il termine "matrigna" vive ancora lo stereotipo della favola di Biancaneve, un essere invidioso e invaso da cattiveria nei confronti della figliastra, ma è davvero così??
Oggi sempre più coppie scoppiano e non è insolito che i nuovi single si ritrovino ad istituire nuovi nuclei familiari con figli a seguito. Nuovi partner di seconda mano con annesse ex mogli o ex mariti, come non fare una riflessione?.....Avete notato che quando è lei ad essere matrigna la si indica con il termine "quellalà"
ma quando è lui a diventare patrigno cambia la visione e allora diventa "quel granduomo". Lui è colui che si accolla la responsabilità di figli non suoi e come un eroe fa fronte ad ogni impervia impresa, lei invece, diventa la rivale della ex e ancora più grave, quella che inevitabilmente esigerà il primo posto nel cuore del partner (usato), i figli di lui saranno indiscutibilmente coloro da eliminare, insomma, suocera, vipera, strega e rovinafamiglie, in una parola "MATRIGNA!!!" caspita che impresa!!! mi sa che è arrivato il momento di scrivere una nuova fiaba.....C'era una volta una matrigna cattiva.......(una volta!)...... la mela sarà sostituita da una valigia carica di pazienza e questa volta nella bara di cristallo ci finiranno i pregiudizi ma non ci sarà nessun principe a salvarli e naturalmente il finale sarà sempre lo stesso....e tutti vissero felici e contenti!!!!
Il termine "matrigna" vive ancora lo stereotipo della favola di Biancaneve, un essere invidioso e invaso da cattiveria nei confronti della figliastra, ma è davvero così??
Oggi sempre più coppie scoppiano e non è insolito che i nuovi single si ritrovino ad istituire nuovi nuclei familiari con figli a seguito. Nuovi partner di seconda mano con annesse ex mogli o ex mariti, come non fare una riflessione?.....Avete notato che quando è lei ad essere matrigna la si indica con il termine "quellalà"
ma quando è lui a diventare patrigno cambia la visione e allora diventa "quel granduomo". Lui è colui che si accolla la responsabilità di figli non suoi e come un eroe fa fronte ad ogni impervia impresa, lei invece, diventa la rivale della ex e ancora più grave, quella che inevitabilmente esigerà il primo posto nel cuore del partner (usato), i figli di lui saranno indiscutibilmente coloro da eliminare, insomma, suocera, vipera, strega e rovinafamiglie, in una parola "MATRIGNA!!!" caspita che impresa!!! mi sa che è arrivato il momento di scrivere una nuova fiaba.....C'era una volta una matrigna cattiva.......(una volta!)...... la mela sarà sostituita da una valigia carica di pazienza e questa volta nella bara di cristallo ci finiranno i pregiudizi ma non ci sarà nessun principe a salvarli e naturalmente il finale sarà sempre lo stesso....e tutti vissero felici e contenti!!!!
lunedì 13 febbraio 2012
Odio ritornare sui "MIEI" banchi di scuola!!!
E' difficile prendersi alcune responsabilità da soli.....i colloqui a scuola per esempio, (siamo in 3^ liceo) sprigionano una serie d'insicurezze insidiate nella tua parte peggiore....è un po' come un ritorno costretto ai "miei" banchi di scuola e allora.......
avrò capito quello che la prof voleva dirmi? mio figlio ci marcia su o è il prof che lo ha preso di mira?
queste sono solo alcune delle domande che mi pongo alla fine di ogni colloquio diciamo, un po' negativo....
Cosa capita a voi? c'è chi difende con le unghie e coi denti i propri figli...istintivamente lo farei anch'io ma freno l'istinto il più delle volte....Farò bene?? i prof, quelli un po' vipere, non tireranno fuori anche il veleno sapendo che lo studente non è protetto dalla famiglia? Insomma non c'è scampo, i colloqui vanno fatti....ma siamo sicuri che in 3^ liceo servano a qualcosa?? sarebbe meglio entrare nell'ottica che il bambino è cresciutello e cominci a pensare che da ora in avanti ciò che seminerà, raccoglierà! che comprenda che sarà sempre e solo farina del suo sacco il bene e il male....o forse la penso così perchè ODIO ritornare sui "miei" banchi di scuola?!?!.....
avrò capito quello che la prof voleva dirmi? mio figlio ci marcia su o è il prof che lo ha preso di mira?
queste sono solo alcune delle domande che mi pongo alla fine di ogni colloquio diciamo, un po' negativo....
Cosa capita a voi? c'è chi difende con le unghie e coi denti i propri figli...istintivamente lo farei anch'io ma freno l'istinto il più delle volte....Farò bene?? i prof, quelli un po' vipere, non tireranno fuori anche il veleno sapendo che lo studente non è protetto dalla famiglia? Insomma non c'è scampo, i colloqui vanno fatti....ma siamo sicuri che in 3^ liceo servano a qualcosa?? sarebbe meglio entrare nell'ottica che il bambino è cresciutello e cominci a pensare che da ora in avanti ciò che seminerà, raccoglierà! che comprenda che sarà sempre e solo farina del suo sacco il bene e il male....o forse la penso così perchè ODIO ritornare sui "miei" banchi di scuola?!?!.....
Succede....
Sembra che tutto assuma un colore più chiaro e allora......
succede che parli con chiarezza nonostante la confusione,
succede che per un istante riesci a cogliere quella sfumatura
e succede sempre a ore diverse...
Succede che ti guardi allo specchio e ti trovi più vecchia,
succede che quell'immagine è proprio quella che volevi vedere.
A volte succede di sentirti stanca delle stesse frasi di cortesia
e allora succede di non ripeterle.
Succede che la strada che percorrevi non era quella di casa,
succede che per caso o forse no, cambi direzione
e succede che la casa che cercavi non è più quella.
Succede che le luci di posizione della tua auto
diffondano luce abbagliante e allora
succede che le spegni...
Succede che hai bisogno di luci amabili
e succede che le accendi e tutto assume un colore più chiaro....succede!!!
succede che parli con chiarezza nonostante la confusione,
succede che per un istante riesci a cogliere quella sfumatura
e succede sempre a ore diverse...
Succede che ti guardi allo specchio e ti trovi più vecchia,
succede che quell'immagine è proprio quella che volevi vedere.
A volte succede di sentirti stanca delle stesse frasi di cortesia
e allora succede di non ripeterle.
Succede che la strada che percorrevi non era quella di casa,
succede che per caso o forse no, cambi direzione
e succede che la casa che cercavi non è più quella.
Succede che le luci di posizione della tua auto
diffondano luce abbagliante e allora
succede che le spegni...
Succede che hai bisogno di luci amabili
e succede che le accendi e tutto assume un colore più chiaro....succede!!!
domenica 12 febbraio 2012
Guardami per quel che sono
Guardami per quel che sono
e non in quello che vedi,
ti offrirò spine e vetri,
spigoli scomodi e urli liberatori.
I veli non mi appartengono
e nuda scivolerò nei cuori di velluto.
Mostrami i tuoi quadri
senza trama e affonderò
le mani nei tuoi colori
sfiorandoli appena ma
tutto potrebbe svanire
e nulla sarà ripetibile.
Guardami per quel che vedi
e continua ad affilare la lama della
tua realtà e i nostri viali saranno
di sassi e foglie
così diversi, così impervidi, così attraenti.
Iscriviti a:
Post (Atom)